Le importanti valenze ecologiche e strategiche del biometano e del GNL sono state riconosciute ufficialmente dall’Unione Europea, che invita ogni Stato membro a orientarsi verso prodotti favorevoli allo sviluppo sostenibile e, in particolare, a sviluppare le infrastrutture necessarie per il rifornimento dei carburanti alternativi.
In Italia è stato pubblicato il decreto D.M. 2 marzo 2018 per promuovere l’uso del biometano e degli altri biocarburanti per l’immissione nella rete nazionale del gas naturale e anche per l’autotrasporto
Il biometano deriva dal biogas, fonte energetica rinnovabile programmabile che consente la gestione degli impianti in regime di programmazione flessibile. Rappresenta una risorsa utile ai fini della sostituzione di carburanti di origine fossile e quindi della riduzione delle emissioni di gas serra, può essere prodotto e consumato come biocombustibile per veicoli a motore nella forma di gas naturale compresso (GNC) o di gas naturale liquefatto (GNL).
E’ distribuibile attraverso la rete del gas metano già presente e ramificata sul territorio nazionale, mantenendo le stesse caratteristiche ambientali del metano di origine fossile (particolato ridotto praticamente a zero, emissioni minime di ossidi di azoto e di altri idrocarburi) ma soprattutto è un biocombustibile rinnovabile considerato a pieno titolo strategicamente prezioso per far fronte alla domanda di carburanti ecologici per l’autotrazione.
Anche il (bio)GNL o metano liquido, ottenuto per il tramite di un processo di raffreddamento del gas stesso che avviene all’interno di serbatoi criogenici, presenta vantaggi indiscussi grazie al fatto che il suo volume è di circa 600 volte inferiore rispetto al metano in forma gassosa e quindi può essere stoccato e trasportato molto più facilmente come carburante nei mezzi pesanti destinati al trasporto merci, fino ad oggi limitati dalla scarsa autonomia, dal peso eccessivo delle bombole e dal loro ingombro.
Il D.M. 2 marzo 2018 stabilisce un quadro incentivante che favorisce la produzione e l’utilizzo del biometano nell’ottica di contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti nel settore dei trasporti.
Il meccanismo di promozione prevede il rilascio di Certificati di Immissione in Consumo (CIC), rilasciati o ritirati ai produttori di biometano dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Le aziende che distribuiscono benzina e gasolio sono obbligate a immettere annualmente una quota minima di biocarburanti sostenibili stabilita dal decreto e, per assolvere l’obbligo, possono immettere biometano nella rete nazionale gas oppure acquistare i CIC sul mercato energetico. L’immissione in consumo di 10 Gcal di biocarburanti da diritto ad un Certificato di Immissione in Consumo.
Per i produttori di biometano avanzato, ovvero quello ottenuto a partire dalle materie prime e carburanti elencati nella parte A dell’allegato 3 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 2 marzo 2018, è riconosciuto un valore pari a 375€ per ogni CIC riconosciuto dal GSE oppure il ritiro a un prezzo pari a quello medio ponderato con le quantità, registrato sul mercato a pronti del gas naturale (MPGAS) gestito dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) nel mese di cessione, che il GME rende disponibile sul suo sito internet, ridotto del 5%.
Le aziende agricole ad oggi impegnate a trasformare i propri sottoprodotti agricoli e i reflui zootecnici in biogas da digestione anaerobica, il quale, dopo un processo di raffinazione, può arrivare ad una concentrazione di metano pari almeno al 95%.
L’obietivo che ci proponiamo è la conversione degli sprechi energetici in risorse strategiche per l’azienda.
Forniamo una valutazione tecnico-amministrativa dell’opportunità attraverso uno studio che evidenzi le stime del potenziale per il rifornimento di biogas e biometano, la disponibilità di materie prime sostenibili, i costi di produzione e i benefici ambientali.
L’azione di EPS è incentrata nel favorire la conversione degli impianti a biogas esistenti, per produrre e distribuire biometano localmente, con obiettivi di innovazione tecnologica, di sostenibilità ambientale, di valorizzazione degli investimenti mediante incentivi CIC riconosciuti dal GSE, disponibilità di biomasse presenti in azienda (reflui zootecnici, sottoprodotti, biomasse, ecc..) e di terreni per la valorizzazione agronomica del digestato.
Infine, portiamo a compimento gli interventi previsti dal progetto di conversione, sviluppando l’iter autorizzativo, la realizzazione delle opere, il rilascio delle certificazioni, degli incentivi CIC e il collaudo finale.